mercoledì 17 agosto 2016

La Russia muta l’equilibrio del potere nel Mediterraneo

L’accordo prevede diritti per la base permanente della Russia in Siria, mettendo in discussione il dominio strategico degli Stati Uniti nel Mediterraneo orientale.
Anche se c’è stata scarsa discussione sui media occidentali, la Russia acquisiva in silenzio per la prima volta una vera e propria base permanente nel Mediterraneo. A seguito dei negoziati tra il governo siriano e la Russia l’accordo del 2015 veniva ratificato mutando la base aerea russa di Humaymim in Siria in base permanente. 

In altre parole, la Russia manterrà la base di Humaymim oltre la conclusione del conflitto siriano, e la sua presenza è appena divenuta permanente. Che il governo siriano volesse concedere la base alla Russia in modo permanente era noto da qualche tempo. Dal punto di vista siriano, la base russa non garantisce solo il sostegno della Russia all’attuale governo siriano, ma fornisce alla Siria un’inedita protezione dalle incursioni aeree israeliane, che furono continue per decenni non avendo la Siria la capacità d’impedirle. 

I russi hanno questa capacità e i siriani sperano che grazie alla presenza della base la Siria sarà protetta dalle incursioni aeree israeliane. Come suggeriscono le notizie, le incursioni israeliane dello spazio aereo siriano sono finite da quando le forze aerospaziali russe si sono dispiegate in Siria, con gli israeliani attenti ad informare i russi dei loro voli. Mentre il governo siriano ha subito concesso alla Russia la base permanente, i russi finora ne erano meno sicuri.

La creazione di una base permanente in Siria è per i russi un passo al di fuori dalla precedente politica militare di schiacciante attenzione alla difesa del territorio russo, piuttosto che proiettare potenza militare oltre i confini della Russia. Alcuni ufficiali russi avrebbero messo in dubbio l’utilità di una base in Siria, sottolineando che il Mediterraneo orientale, dove si trova la base, rientra nella gittata dei missili balistici e da crociera russi. È importante sottolineare che, a giudicare dai commenti dello scorso dicembre, uno dei più scettici non era altri che lo stesso Putin:
Sulla base le opinioni divergono, sapete. Alcuni in Europa e Stati Uniti hanno più volte detto che i nostri interessi sarebbero stati rispettati, e che la nostra base può rimanervi, se vogliamo. Ma non so se ne abbiamo bisogno. Una base militare implica notevoli infrastrutture e investimenti. Dopo tutto, vi abbiamo oggi i nostri aerei e strutture temporanee, una caffetteria e dei dormitori. Possiamo impacchettarli in due giorni, caricare tutto a bordo degli aerei da trasporto Antej e tornarcene a casa. Mantenervi una base è diverso. Alcuni credono, anche in Russia, che dobbiamo avervi una base. Non ne sono così sicuro. Perché? I miei colleghi europei mi hanno detto che probabilmente alimento tali idee. Ho chiesto perché, e mi hanno detto: per poter controllare le cose lì. Perché dovremmo desiderare di controllarle lì? Questa è una domanda importante. Abbiamo dimostrato che non abbiamo alcun missile a medio raggio. Li abbiamo distrutti tutti, perché tutto ciò che avevamo erano missili a medio raggio basati a terra. Gli statunitensi hanno distrutto i loro missili a medio raggio basati a terra come i Pershing. Tuttavia, hanno mantenuto i loro Tomahawk su navi e aerei. Non avevamo questi missili, ma ora sì, il missile navale Kalibr da 1500 chilometri di gittata e quello aerolanciato Kh-101 con gittata di 4500 chilometri. Allora, perché avremmo bisogno di una base lì? Se dovessimo raggiungere qualcuno, lo faremmo senza quella base. Potrebbe avere senso, non ne sono sicuro. Dobbiamo ancora pensarci. Forse potremmo aver bisogno di una base temporanea, ma mettervi radici e farci pesantemente coinvolgere non ha senso, credo. Ci penseremo“.
Queste osservazioni, pur lasciando accuratamente le opzioni aperte, suggeriscono netta mancanza di entusiasmo all’idea di una base permanente, e un dibattito sul tema nella leadership russa. Presumibilmente erano questi dubbi e questo dibattito che hanno sospeso la ratifica dell’accordo per la base per tanto tempo. E’ chiaro che il dibattito s’è concluso e l’accordo finalmente ratificato, decisione che rende Humaymim una base permanente. Va detto chiaramente che si tratta di un grande cambiamento. 

La Russia zarista aveva basi navali nelle isole greche e in Piemonte nel XIX secolo, e l’URSS negoziò strutture navali e aeree con Albania, Jugoslavia, Siria ed Egitto che però non furono mai vere basi permanenti. L’URSS cercò alla fine della seconda guerra mondiale un accordo con gli occidentali per una base in Libia, ma non sorprende che fu rifiutato. Tali progetti si dimostrarono effimeri od inefficaci, con tutte le disposizioni temporanee che i russi negoziarono con le varie potenze del Mediterraneo sempre violate ogni volta che esse si allinearono all’occidente. L’unica eccezione fu la struttura navale russa nel porto siriano di Tartus, del 1971. 

Anche se ha attirato enorme attenzione durante il conflitto siriano, come tutte le altre strutture che l’URSS acquisì nel Mediterraneo durante la guerra fredda, non è per nulla una base. Come anche la BBC fu costretta ad ammettere, l’impianto di Tartus è al massimo una stazione di rifornimento per le navi russe nel Mediterraneo, troppo piccolo per ospitare navi da guerra russe come fregate e unità maggiori, privo dei servizi per ospitare numerosi marinai o personale russo, come una vera e propria base dovrebbe fare. La realtà militare è che dal 1943 l’US Navy, insieme agli alleati (principalmente Gran Bretagna e Francia) era la potenza militare dominante nel Mediterraneo. Dalla Seconda guerra mondiale il Mediterraneo è stato in termini militari un lago statunitense.

La base di Humaymin però è diversa da tutto ciò che l’ha preceduta. Non solo ospita una forza aerea d’attacco formidabile equivalente a quella di un gruppo di portaerei dell’US Navy, ma è fortemente difeso da sistemi di difesa aerea formidabili come S-400, Buk e Pantsir e dispone di vari radar e impianti da guerra elettronica e di comando. E’ anche difesa da una formidabile forza di terra russa delle dimensioni di un battaglione. 

Inoltre, si afferma che la base sarà notevolmente ampliata per poter ospitare aerei d’attacco pesanti, forse i Tu-22M3. Humaymim fa anche parte di ciò che diventa un potente complesso di basi e strutture militari russe in Siria tra cui, ovviamente, l’impianto navale di Tartus (che può anche essere ampliato) e una postazione d’ascolto top secret russa che da tempo esisterebbe nella provincia di Lataqia. Insomma si tratta di un complesso di basi che i russi non hanno mai avuto prima nel Mediterraneo, e che diverrà permanente. La base russa in Siria non può sfidare la supremazia della Marina degli Stati Uniti nell’area mediterranea. 

Tuttavia può mutare drasticamente le percezioni politico-militari nella metà orientale. Vi è la prospettiva che caccia russi sorvolino il Mediterraneo orientale con pattugliamenti regolari, monitorando navi e aerei da guerra statunitensi nella zona, e rendendo evidente la presenza della Russia nella zona come mai prima. E’ una cosa sapere in astratto che i missili balistici e da crociera russi possono raggiungere questa zona, ma è piuttosto diverso vedere gli aerei militari russi fisicamente presenti. 

L’impatto psicologico e politico sui Paesi che si affacciano sul Mediterraneo orientale (Grecia, Turchia, Cipro, Libano e Israele) e sull’US Navy (in una zona dove da tempo era abituata a navigare incontrastata) non può essere sottovalutato, e sarà tremendo. Tutto questo, naturalmente, dipende dal risultato del conflitto in Siria. Creandovi una base permanente la Russia alza la posta in gioco, un fatto che spiega senza dubbio l’intensità del conflitto.

Alexander MercourisThe Duran 15/8/2016

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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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