L’accordo prevede diritti per la base permanente della Russia in Siria, mettendo in discussione il dominio strategico degli Stati Uniti nel Mediterraneo orientale.
Anche
se c’è stata scarsa discussione sui media occidentali, la Russia
acquisiva in silenzio per la prima volta una vera e propria base
permanente nel Mediterraneo. A seguito dei negoziati tra il governo
siriano e la Russia l’accordo del 2015 veniva ratificato mutando la base
aerea russa di Humaymim in Siria in base permanente.
In altre parole,
la Russia manterrà la base di Humaymim oltre la conclusione del
conflitto siriano, e la sua presenza è appena divenuta permanente. Che
il governo siriano volesse concedere la base alla Russia in modo
permanente era noto da qualche tempo. Dal punto di vista siriano, la
base russa non garantisce solo il sostegno della Russia all’attuale
governo siriano, ma fornisce alla Siria un’inedita protezione dalle
incursioni aeree israeliane, che furono continue per decenni non avendo
la Siria la capacità d’impedirle.
I russi hanno questa capacità e i
siriani sperano che grazie alla presenza della base la Siria sarà
protetta dalle incursioni aeree israeliane. Come suggeriscono le
notizie, le incursioni israeliane dello spazio aereo siriano sono finite
da quando le forze aerospaziali russe si sono dispiegate in Siria, con
gli israeliani attenti ad informare i russi dei loro voli. Mentre il
governo siriano ha subito concesso alla Russia la base permanente, i
russi finora ne erano meno sicuri.
La creazione di una base permanente
in Siria è per i russi un passo al di fuori dalla precedente politica
militare di schiacciante attenzione alla difesa del territorio russo,
piuttosto che proiettare potenza militare oltre i confini della Russia.
Alcuni ufficiali russi avrebbero messo in dubbio l’utilità di una base
in Siria, sottolineando che il Mediterraneo orientale, dove si trova la
base, rientra nella gittata dei missili balistici e da crociera russi. È
importante sottolineare che, a giudicare dai commenti dello scorso
dicembre, uno dei più scettici non era altri che lo stesso Putin:
“Sulla base le opinioni divergono, sapete. Alcuni in Europa e Stati Uniti hanno più volte detto che i nostri interessi sarebbero stati rispettati, e che la nostra base può rimanervi, se vogliamo. Ma non so se ne abbiamo bisogno. Una base militare implica notevoli infrastrutture e investimenti. Dopo tutto, vi abbiamo oggi i nostri aerei e strutture temporanee, una caffetteria e dei dormitori. Possiamo impacchettarli in due giorni, caricare tutto a bordo degli aerei da trasporto Antej e tornarcene a casa. Mantenervi una base è diverso. Alcuni credono, anche in Russia, che dobbiamo avervi una base. Non ne sono così sicuro. Perché? I miei colleghi europei mi hanno detto che probabilmente alimento tali idee. Ho chiesto perché, e mi hanno detto: per poter controllare le cose lì. Perché dovremmo desiderare di controllarle lì? Questa è una domanda importante. Abbiamo dimostrato che non abbiamo alcun missile a medio raggio. Li abbiamo distrutti tutti, perché tutto ciò che avevamo erano missili a medio raggio basati a terra. Gli statunitensi hanno distrutto i loro missili a medio raggio basati a terra come i Pershing. Tuttavia, hanno mantenuto i loro Tomahawk su navi e aerei. Non avevamo questi missili, ma ora sì, il missile navale Kalibr da 1500 chilometri di gittata e quello aerolanciato Kh-101 con gittata di 4500 chilometri. Allora, perché avremmo bisogno di una base lì? Se dovessimo raggiungere qualcuno, lo faremmo senza quella base. Potrebbe avere senso, non ne sono sicuro. Dobbiamo ancora pensarci. Forse potremmo aver bisogno di una base temporanea, ma mettervi radici e farci pesantemente coinvolgere non ha senso, credo. Ci penseremo“.
Queste osservazioni, pur lasciando accuratamente le opzioni aperte,
suggeriscono netta mancanza di entusiasmo all’idea di una base
permanente, e un dibattito sul tema nella leadership russa.
Presumibilmente erano questi dubbi e questo dibattito che hanno sospeso
la ratifica dell’accordo per la base per tanto tempo. E’ chiaro che il
dibattito s’è concluso e l’accordo finalmente ratificato, decisione che
rende Humaymim una base permanente. Va detto chiaramente che si tratta
di un grande cambiamento.
La Russia zarista aveva basi navali nelle
isole greche e in Piemonte nel XIX secolo, e l’URSS negoziò strutture
navali e aeree con Albania, Jugoslavia, Siria ed Egitto che però non
furono mai vere basi permanenti. L’URSS cercò alla fine della seconda
guerra mondiale un accordo con gli occidentali per una base in Libia, ma
non sorprende che fu rifiutato. Tali progetti si dimostrarono effimeri
od inefficaci, con tutte le disposizioni temporanee che i russi
negoziarono con le varie potenze del Mediterraneo sempre violate ogni
volta che esse si allinearono all’occidente. L’unica eccezione fu la
struttura navale russa nel porto siriano di Tartus, del 1971.
Anche se
ha attirato enorme attenzione durante il conflitto siriano, come tutte
le altre strutture che l’URSS acquisì nel Mediterraneo durante la guerra
fredda, non è per nulla una base. Come anche la BBC fu costretta ad
ammettere, l’impianto di Tartus è al massimo una stazione di
rifornimento per le navi russe nel Mediterraneo, troppo piccolo per
ospitare navi da guerra russe come fregate e unità maggiori, privo dei
servizi per ospitare numerosi marinai o personale russo, come una vera e
propria base dovrebbe fare. La realtà militare è che dal 1943 l’US
Navy, insieme agli alleati (principalmente Gran Bretagna e Francia) era
la potenza militare dominante nel Mediterraneo. Dalla Seconda guerra
mondiale il Mediterraneo è stato in termini militari un lago
statunitense.
La base di Humaymin però è diversa da tutto ciò che l’ha preceduta. Non solo ospita una forza aerea d’attacco formidabile equivalente a quella di un gruppo di portaerei dell’US Navy, ma è fortemente difeso da sistemi di difesa aerea formidabili come S-400, Buk e Pantsir e dispone di vari radar e impianti da guerra elettronica e di comando. E’ anche difesa da una formidabile forza di terra russa delle dimensioni di un battaglione.
Inoltre, si afferma che la base sarà notevolmente
ampliata per poter ospitare aerei d’attacco pesanti, forse i Tu-22M3.
Humaymim fa anche parte di ciò che diventa un potente complesso di basi e
strutture militari russe in Siria tra cui, ovviamente, l’impianto
navale di Tartus (che può anche essere ampliato) e una postazione
d’ascolto top secret russa che da tempo esisterebbe nella provincia di
Lataqia. Insomma si tratta di un complesso di basi che i russi non hanno
mai avuto prima nel Mediterraneo, e che diverrà permanente. La base
russa in Siria non può sfidare la supremazia della Marina degli Stati
Uniti nell’area mediterranea.
Tuttavia può mutare drasticamente le
percezioni politico-militari nella metà orientale. Vi è la prospettiva
che caccia russi sorvolino il Mediterraneo orientale con pattugliamenti
regolari, monitorando navi e aerei da guerra statunitensi nella zona, e
rendendo evidente la presenza della Russia nella zona come mai prima. E’
una cosa sapere in astratto che i missili balistici e da crociera russi
possono raggiungere questa zona, ma è piuttosto diverso vedere gli
aerei militari russi fisicamente presenti.
L’impatto psicologico e
politico sui Paesi che si affacciano sul Mediterraneo orientale (Grecia,
Turchia, Cipro, Libano e Israele) e sull’US Navy (in una zona
dove da tempo era abituata a navigare incontrastata) non può essere
sottovalutato, e sarà tremendo. Tutto questo, naturalmente, dipende dal
risultato del conflitto in Siria. Creandovi una base permanente la
Russia alza la posta in gioco, un fatto che spiega senza dubbio
l’intensità del conflitto.
Alexander Mercouris, The Duran 15/8/2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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