giovedì 13 ottobre 2016

Come Hillary Clinton ha armato lo Stato islamico


Il 17 agosto 2014, l’attuale candidata democratica alla presidenza degli USA, e allora segretaria di Stato degli USA, Hillary Clinton, inviò una e-mail al presidente del suo comitato elettorale John Podesta, allora consigliere del presidente Barack Obama. Nella email, Clinton diceva che Arabia Saudita e Qatar finanziano e armano lo Stato islamico e altri gruppi taqfiriti. Inoltre presentava un piano in otto punti per l’Iraq e la Siria, puntando ad armare le forze curde,
Anche se questa operazione militare/para-militare va avanti, dobbiamo utilizzare le nostre risorse d’intelligence e diplomatiche più tradizionali per fare pressione sui governi di Qatar e Arabia Saudita, che forniscono supporto finanziario e logistico clandestino allo SIIL e ad altri gruppi radicali sunniti nella regione“, aveva scritto Clinton. “Tale sforzo sarà rafforzato dall’impegno intensificato dal governo regionale curdo. Qatar e sauditi saranno messi in un bilico politico tra concorrenza continua nel dominare il mondo sunnita e conseguenze gravi dalle pressioni degli Stati Uniti“. 
Va ricordato che il Qatar ha dato 5 milioni di dollari alla Fondazione Clinton, mentre l’Arabia Saudita ne ha versati almeno 25.

Il piano in 8 punti di Hillary Clinton affermava che “l’avanzata dello Stato islamico da l’opportunità agli statunitensi di rimodellare Nord Africa e Medio Oriente”, dicendosi convinta che le forze curde “possono infliggere una vera e propria sconfitta allo SIIL” e che quindi vanno sostenute dal governo degli Stati Uniti. Nei punti 2 e 3 Clinton riconosceva che l’impegno degli Stati Uniti contro lo SIIL era “limitato“, concludendo che gli Stati Uniti devono fornire anche supporto aereo ai curdi e alla “resistenza sunnita in Siria”.

Clinton poi affermava che le armi inviate ai curdi non avrebbero costituito una preoccupazione per la Turchia, perché sono armi “obsolete” e con un ponte aereo per fornire armi pesanti, gli USA avrebbe aiutato la Turchia a risolvere la questione curda. Nel punto 4 Clinton affermava che i bombardamenti aerei degli USA in Iraq e Siria e “l’invio di armi all’esercito libero siriano o altre forze moderate” permettevano d’intensificare
le operazioni contro il regime siriano… Anche se questa operazione militare/para-militare va avanti, dobbiamo utilizzare le nostre risorse d’intelligence e diplomatiche più tradizionali per fare pressione sui governi di Qatar e Arabia Saudita, che forniscono supporto finanziario e logistico clandestino allo SIIL e ad altri gruppi radicali sunniti nella regione. Tale sforzo sarà rafforzato dall’impegno intensificato dal governo regionale curdo. Qatar e sauditi saranno messi nel bilico politico tra concorrenza continua nel dominare il mondo sunnita e conseguenze gravi dalle pressioni degli Stati Uniti“. 
Nei punti 6 e 7 Clinton osservava che gli interessi degli Stati Uniti nella regione differiscono da Paese a Paese, ad esempio, le “questioni energetiche in Libia” erano d’interesse nazionale per gli Stati Uniti. Nel punto 8, Clinton affermava che lo SIIL avanzava in Libia, Egitto, Libano e Giordania, e nel punto 9, Clinton delineava la sua visione del futuro Medio Oriente, con uno Stato curdo che occupi le regioni irachene di Mosul e Qirquq e il nord della Siria, per poter assestare “un colpo decisivo ad Assad”. La battaglia per Aleppo con cui Damasco libera la principale città del nord della Siria, sventerebbe il piano di Clinton.

Infine, secondo Julian Assange, fondatore di Wikileaks, Hillary Clinton e il dipartimento di Stato degli USA armavano, ed armano, i terroristi islamisti, anche quelli dello Stato islamico (SIIL). Durante il secondo mandato di Obama, afferma Assange, la segretaria di Stato Hillary Clinton autorizzò l’invio di armi di fabbricazione statunitense in Qatar, Paese sostenitore dei Fratelli musulmani, e nemico del governo libico di Gheddafi e della Siria. Julian Assange afferma che 1700 messaggi di posta elettronica di Clinton la collegano direttamente alle azioni di al-Qaida e Stato islamico in Libia e Siria.

In un’intervista di Juan Gonzalez, Assange dichiara che negli archivi di Wikileaks vi sono oltre 30000 e-mail di Hillary Clinton di quando era segretaria di Stato, per un totale di 50547 pagine di documenti, emessi dal giugno 2010 all’agosto 2014. 7500 documenti furono spediti da Hillary Clinton direttamente, di cui almeno 1700 riguardanti l’aggressione alla Libia, l’assassinio di Gheddafi e il flusso di armi verso i terroristi in Siria, favorito da Hillary Clinton. Va ricordato che già nel 2010, dal dipartimento di Stato, Hillary Clinton spingeva il presidente Obama, ed anche alcuni capi di Stato esteri, a fermare Assange o almeno a stilare una strategia che minimizzasse l’impatto pubblico del lavoro di Wikileaks.

Una mattina del novembre 2010, durante una riunione del governo, Clinton chiese “Non possiamo semplicemente usare un drone contro costui?“, proponendo come rimedio più semplice, per mettere a tacere Assange e Wikileaks, un attacco con dei droni armati. I presenti si misero a ridere finché capirono che Hillary Clinton diceva sul serio, come riferiscono le fonti del dipartimento di Stato. Clinton disse che Assange, dopo tutto, era un bersaglio relativamente facile, visto che “andava in giro” liberamente a mostrare il grugno senza alcun timore di rappresaglie dagli Stati Uniti. Clinton era arrabbiata per la divulgazione dei documenti segreti statunitensi sulla guerra in Afghanistan, nel luglio 2010, e sulla guerra in Iraq, nell’ottobre 2010.


Alessandro Lattanzio, 12/10/2016

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