lunedì 20 febbraio 2017

Condannat3 ad essere liber3 “qua, così”.

Chiediti (sempre): 
Che cosa significa?”. 
Il “valore” è contenuto nella sostanza, nel simbolismo di ogni e qualsiasi “cosa, situazione, essere”, poiché tutto (tutto) è memoria (frattale espansa).
Non visto che – in ogni “caso” – il (non) ricordare è il frutto di una certa, sicura, relativa (riferibile all'assolut3), ragione fondamentale a capo della dualità (apparenza fisica) causa/effetto, azione/reazione.
Tutt3 “è” anticipato, previsto, etc. dato che “è” strategia, interesse, lungimiranza, intenzione e, dunque, ispirazione.
“Che cosa significa?” è la… domanda? 
No.
È, piuttosto, l’orientamento, la tendenza, il trend, la tua “moda”… la previsione, l’intenzione, la strategia, l’interesse, la lungimiranza e, dunque, l’ispirazione.
Sì, perché, il processo funziona e lo fa sempre (sempre), in ogni modo, sostanza, senso, situazione, luogo, etc.
L’atteggiamento incarna questa “ispirazione”.
Se (se) l’atteggiamento è tuo, allora questo “è una ‘cosa’”.
Se (invece) l’atteggiamento è “tuo”, allora questo “scatena un’altra ‘cosa’”…
Sgarbugliare la situazione, nella quale “sei ‘qua così’”, all’interno della situazione in cui “sei (sempre, poiché potenziale)”, è qualcosa di immane, ormai. 
Ma (ma) nulla è autenticamente impossibile, anche quando non risulta più nemmeno immaginabile, data la compresenza eterna del potenziale (che non è speranza ma, solida attesa).
“Che cosa significa?”…


Tutto divenne luce, serenità e felicità e ne fui invaghito.
Poco dopo, sopravvenuta a suo turno, ci fu una oscurità spaventosa e tetra, che si muoveva verso il basso avvolta in spirali tortuose, come un serpente. Questa oscurità si mutò in una sorta di natura umida, scossa in modo inspiegabile, che esalava un vapore simile a quello che si alza dal fuoco e emetteva un suono, un gemito indescrivibile.
Poi ne uscì un grido, un richiamo inarticolato, come la voce del fuoco; in quel mentre, uscendo dalla luce, un Verbo santo venne a coprire la natura:
e un fuoco puro si lanciò fuori dalla natura umida, verso l’alto, verso la regione sublime, leggero, vivo e attivo nello stesso tempo.
L’aria leggera seguì il soffio igneo, elevandosi fino allo stesso fuoco, come appesa, al di sopra della terra e dell’acqua. Terra e acqua rimanevano strettamente mescolate insieme, indistinguibili:
senza pausa, per quanto potevo udire, erano messe in movimento dall'azione del soffio del Verbo, che stava sopra di esse.
Hai capito il significato di questa visione?...”.
Poimandres di Ermete Trismegisto
Hai capito il significato di questa visione?
“Che cosa significa?”…
Avviso al lettore:
in alcune parti del testo originale del "Poimandres" vi sono alcune frasi corrotte o perdute e sostituite da una spaziatura tra parentesi quadre…
Link 
In alcune parti
del testo originale…
vi sono alcune frasi corrotte o perdute
e sostituite da…
Non solo.
Infatti, ogni traduzione è parte del complesso che l’ha “riportata alla luce”.
Ergo:
cosa è giunto sino a te, rispetto alla portata dell’evento descritto sostanzialmente?
Poi, il "fatto" è una descrizione testuale, che giunge dopo l’evento stesso:
il Pimandro (Pimander in latino e Poimandres in greco) è un’opera risalente ad un’epoca remota, molto antecedente a quella in cui visse Mosè
Il Pimandro venne tradotto solamente nel 1463 da Marsilio Ficino ma sfortunatamente il testo pervenutoci non è l’opera originale di Ermete bensì un riassunto fatto da un filosofo platonico di Alessandria
Link 
Allora, cosa è giunto sino a te? Quale “versione delle cose”?

Ed ecco mi appare uno spettacolo infinito:
tutte le cose divennero luce, visione serena e gioiosa, di cui mi innamorai dopo averla vista.
E dopo poco tempo si formò un'oscurità che prese a calare verso il basso, paurosa e cupa, diffondendosi a spirale, simile a un serpente, a quanto mi parve.
Poi l’oscurità si mutò in una sorta di natura umida agitata in modo indicibile, esalante un fumo simile a quello che si alza dal fuoco, e che produceva una sorta di suono, un gemito indescrivibile. 
E subito emise un grido di aiuto, inarticolato, che somigliava alla voce del fuoco…


Dalla luce un santo Logos si diresse verso la natura e dalla natura umida un puro fuoco si sprigionò verso l'alto:
era leggero e vivo e al tempo stesso potente, e l'aria essendo leggera seguì il soffio infuocato, elevandosi dalla terra e dall'acqua verso la regione del fuoco, così da sembrare appesa ad esso, mentre la terra e l'acqua rimasero invece mescolate tra loro, indistinguibili l’una dall'altra; a esse era stato impresso il movimento dal soffio del Logos, che si era portato al di sopra di loro, fino a essere udito.
“Quella luce — continuò — sono io, l'intelletto supremo, il tuo Dio, che esiste prima della natura umida emersa dall'oscurità, mentre il Logos luminoso che è scaturito dall'intelletto è il figlio di Dio
Così intendi:
ciò che in te guarda e ascolta è il Logos del Signore, mentre il tuo intelletto è lo stesso Dio padre. Non sono infatti separati l’uno dall'altro, poiché la loro unione è la vita”…
Attraverso un'altra enigmatica visione, Poimandres mostra a Ermete la forma archetipa, il principio del principio di tutto; e rispondendo a una domanda, spiega che gli elementi della natura furono generati dalla volontà di Dio ad imitazione dei loro modelli archetipi contenuti nel Logos.
Dio inoltre, di natura maschile e femminile ad un tempo, generò mediante il Logos un intelletto demiurgo; il Demiurgo, dio del fuoco e dell'etere, a sua volta creò i sette ministri che, racchiudendo in cerchi il mondo sensibile, lo governano, e il cui governo è chiamato destino.
Quando poi il Logos si distaccò dagli elementi inferiori della natura, lasciandoli come pura materia, e si unì per affinità all'intelletto demiurgo, questi impresse il movimento alle sfere cosmiche, dando origine al divenire della natura e alla generazione degli animali inferiori privi di ragione.
Ciò detto mi guardò a lungo, sì da farmi tremare alla sua vista; poi, quando sollevò il capo, io vidi nel mio intelletto la luce consistente in un numero infinito di potenze, vidi sorgere un mondo infinito, vidi che il fuoco era imprigionato da una forza immensa e manteneva forzatamente l'immobilità; questo io compresi, contemplando la visione con l’aiuto delle parole di Poimandres…
Link 

Il cui governo è chiamato destino...  



Da ciò, “oggi”, è stato ricavato – ad esempio – Il Signore degli Anelli e la Bibbia
E tutto quello che, quindi, “sai, poiché ti hanno detto che…”.
Quale differenza esiste tra le due “opere” appena sopra citate? Nessuna.
Entrambe sono il frutto della reinterpretazione di quello che è sopravvissuto in termini di “originale e copia (passaparola)”
Ma (ma) la Bibbia è diventata il “libro più famoso e tradotto al mondo (sede centrale dell’impianto religioso, valido per miliardi di persone)”, mentre il Signore degli Anelli… solamente l’opera immaginaria di uno scrittore, che ha dato luogo alla sua rappresentazione cinematografica, per la quale miliardi di persone hanno speso del denaro al fine di potersi “divertire” per qualche ora, spensieratamente.
Un abisso le separa. Non "credi"?

  
Al di là di ogni “domanda, osservazione, riflessione, etc.”, di più – nella sostanza – allora:
Che cosa significa?”.
È nel significato simbolico sostanziale frattale espanso, che ritrovi riflessa l’origine .
Forma di credo per forma di credo, perché credi ad una “cosa” e non ad un’altra?
Su cosa getti le basi, per il “tuo” ragionamento, se – sempre – “qua, così”?
Hai la necessità, umana, di fondare la tua “misurazione”, secondo altri “piloni”, altri centri, altra sostanza, etc.
Ed, emettere questa “formula”, ti avvicina a quello che già sei:
dal “lato tuo/umanità, centrale” con la giustizia ad angolo giro, In Comunione.
“Che cosa significa?”.
Quale contenuto (informazione, memoria) contiene, custodisce e conserva, ogni situazione solida o immateriale – anche se – “qua, così (nella ‘Caverna’)”?
Questo fa la differenza:
qualcosa che non puoi semplicemente “leggere in questo spazio (potenziale)”
qualcosa che attraverso – anche e persino – questo spazio (potenziale), però, hai la possibilità di recuperare e ricordare direttamente in te stess3.
La decodifica della realtà manifesta, osservata ad ogni livello, ordine, grado, dimensione, stato, etc. è qualcosa che “deve dare sempre la stessa ‘traduzione’”, dato che non si tratta di rieditare un testo, alla maniera convenzionale e linguistica “qua, così”, ma – di più – si tratta di ritornare a “sentire, rivivere, ricordare…” ciò che “è già successo”.
Qualcosa che, ad esempio, l’arte Egizia e Maya rappresentava e rappresenta, in termini di “fedeltà”.
Qualcosa che era, ed è, sufficiente “vedere”, al fine di ricavare l’unica forma e senso relativi all'assoluto “passato compresente (ciò che è diventata la storia deviata AntiSistemica; ossia la traduzione, di parte, di ogni accaduto che, in questa maniera, ha smesso di essere anche compresente, se non nelle vesti di una versione corrotta rispetto all'origine ed all'originale)”…

  
Il simbolismo, che ritrovi in questo spazio (potenziale), non è ciò che il disinnesco convenzionale ha riportato alla luce, sotto forma di movimenti artistici, frutto della rincorsa alla competizione sociale, alla sopravvivenza, alla dipendenza e, dunque, alla conseguenza…
No.
Il simbolismo sostanziale frattale espanso è il fedele contenuto che ogni “situazione, oggetto, essere” riporta in sé
informazione originale ed inalterabile (come vedere, oggi, il filmato della nascita – ad esempio – di tu3 figli3). Qualcosa che, probabilmente, riconosci meglio in termini di “viva esperienza”:
tu c’eri
perché
sei il padre/madre
di “tu3” figli3.
Ok? Tu c’eri e ci sei, ancora
Quindi, nessun3 può venire, ora, a spacciarti una situazione di tipo ed ordine diverso, rispetto a ciò che ricordi dato che “ci sei stat3 e sei ancora viv3”.
Ma, la stessa “cosa” potrà sostenere e difendere tu3 figli3
No.
Perché, quando tu (padre/madre) “non ci sarai più”… la memoria storica si diluirà nel tutto. Ma, se quel filmato sarà sopravvissuto alle “intemperie ed all'incuria (oltre che all'interferenza ambientale)” e sarà ancora nelle sue “mani”, allora il “vedere direttamente quello che è già successo, sarà senz'altro utile al fine di ricordare, riempire di significato originale e mantenere l'origine al suo posto originale…”.
Un filmato “Che cosa significa?”.
Fai attenzione:
“qua, così”
anche un adolescente può alterarlo
attraverso la tecnologia che esiste, da tempo, persino in casa
anche senza troppa competenza e professionalità.
Quindi: 
“Che cosa significa?”…
La “vicenda” del Pimandres, ad esempio, è la fedele traduzione del “fatto originale”? No? Sì? Forse? Boh? Bah!...
Vai Oltre Orizzonte:
l’esperienza originale
di chi/cosa narra?
Capisci che se (se) addirittura il “plagio” giunge attraverso ciò che sembra essere l’esperienza diretta, originale, allora tutto semplicemente “serve (e basta)” ad un unico scopo che, non evidentemente, deriva dalla ragione fondamentale;
allora significa che anche al tempo dell’esperienza originale, era “già successo”.
Ergo, l’esperienza rientrava già nella “neuro simulazione AntiSistemica ‘qua così’”.
Infatti, dopo un evento “Big Bang” non è, forse, tutto compromesso (deviato) dallo “scoppio (avvento)” stesso?
L’unica “cosa” che rimane inalterata, poiché, inalterabile è la memoria frattale espansa:
il fedele “racconto multi sensoriale” di ciò che “è già successo”
al di là dell’opera di restaurazione by post “è già successo (dentro al momento stesso, prolungato teoricamente per l’eternità, nell'intento dominante)”.

  
Tutto ciò lo ritrovi, perfettamente comprovato in termini di potenziale, in ogni riferimento leggendario (ormai) delle svariate forme (traduzioni) di energia primordiale, che ogni popolo narra, ancora, in termini di tradizione (memoria) annacquata dal/nel tempo e “qua, così” avente perso – apparentemente – ogni significato originale.
L’Akasha, ad esempio, che cosa “è”?
Di più:
Che cosa significa?”…
E quando, persino, la scienza deviata sforna memorie sempre più potenti e smisurate (Cloud)… “Che cosa significa?”.
Risenti sempre del “problema dell’origine”. Vero?
Come è iniziat3, tutto… 
Allora, la “creazione” dove, quando, come, perché, come, etc. “inizia”? Quale è il “punto zero”?
E “lì” ti blocchi, non potendoti fidare di niente e nessun3.
Eppure (ma) nonostante tutto questo “blocco”, allo stesso tempo, “credi (in una versione di parte)” che altro non è che riempitivo del vuoto, che puoi meglio identificare come paura.
Qualcosa che è sopraggiunt3 nel momento in cui hai dimenticato. Dimenticanza che è “artificiale”. Artificiale che è “tecnologia ed apparenza”
Quindi, quale esperienza è raccontata anche nel Pimandres?
“Che cosa significa?”:
che c’è già stato un “punto zero (è già successo)”
ed il suo racconto narra, simbolicamente, che – qualche tempo dopo - coloro che erano presenti, avevano già perduto la capacità di ricordare cosa esattamente era “già successo”.
Una dimenticanza che è stata fedelmente riportata “nei secoli dei secoli”
Col3i... coloro che assistettero all'evento, non ricordavano già l’avvento della dominante.
Il racconto, trae ispirazione dall'esperienza di “umani, alle prese con un potere che non capivano
Una tecnologia senza pari, ormai…
Qualcosa che terra riformava il Pianeta intero.

  
Qualcosa di incomprensibile e per questo di traducibile – per forza di cose, per non impazzire e per paura – nella compresenza di un Dio…”.
Il simbolismo è chiaro:
l’umanità attuale è il residuo della diluizione di quella precedente
ridotta in schiavitù (e non creata) dall'avvento della dominante
che a Filtro di Semplificazione attivo
è rintracciabile attraverso l’evidenza dell’esistenza del Dominio (una "classe" completamente umana)…
E ciò che si è instaurato sulla Terra
è ad “immagine e somiglianza
del principio dominante (qualsiasi ess3 sia e ovunque ess3 sia).
A questo “punto”, non è importante “trovare l’origine” ma – prioritariamente – accorgersi della dominante, attraverso l’evocazione e l’emersione – per manifestazione sempre più rilevante e diretta – del Dominio.
Ricorda:
tra il simbolo di "Dio"
e la Massa
è sempre (sempre) esistita una “classe di umani”
agenti da cuscinetto e “facenti le veci” di Dio.
Dio che non esiste, se non a livello simbolico... a rappresentare proprio la strategia e l’impianto dominante “qua, così”
L’uomo è condannato ad essere libero.
  
Secondo Sartre l’uomo non è nulla in sé, ma è ciò che è per sé e per gli altri:
nessuno sa chi è in sé.
Grazie all'immaginazione egli vive il presente come un progetto, cioè come un’anticipazione del futuro.
L’uomo immagina, elabora, pensa e agisce, ma come riferimento non ha nessuna guida, nessun punto fisso, non solo non ci sono dèi o valori assoluti nel mondo, ma non ci sono valori oggettivi neppure dentro di noi.
Questa è la “condanna” dell’uomo:
la Libertà.
Siamo liberi perché creiamo in ogni istante, progettiamo; il mondo è lo scenario in cui l’uomo crea.
Ma non siamo liberi d’essere liberi, siamo condannati alla libertà, non possiamo non creare valori, non possiamo non creare, sarebbe come divenire nulla.
Noi siamo questo progettare, l’uomo è ciò che egli stesso si fa, ma non può farsi.
L’uomo è ciò che sceglie, ma non può scegliere di non scegliere, anche il non scegliere è una scelta.
Non riusciamo a non progettare, non riusciamo ad essere semplicemente il nulla che siamo.
Portiamo inoltre la responsabilità di ciò che facciamo. Ma non abbiamo scelto noi di vivere, non abbiamo scelto noi di essere liberi
Link 
Quante “verità”, che non riesci più a decodificare alla luce dell’unica, sostanziale, “verità”:
Che cosa significa?”…
Osservi l’oggetto, la situazione, l’apparenza e persino “a qualche livello di profondità (analisi)”, ma:
non ti chiedi
“Che cosa significa?”
“lato tuo/umanità, centrale”
con la giustizia ad angolo giro
In Comunione…
Questo fa la differenza. 
Cioè:
permette allo status quo “qua, così” by dominantedi continuare ad esistere inalterabilmente, seppure il potenziale “parli (sempre) un’altra lingua sostanziale, simbolica frattale espansa”.
In ogni “ambito” è contenuto valore simbolico d’informazione, ad un simile livello originale.


Nuovo logo Juventus: "Rebranding più coraggioso di sempre".
La storia la conosciamo bene: un club di calcio dà una rinfrescata al suo simbolo e da tutte le parti piovono critiche.
I loghi moderni sono criticati da più parti per essere troppo elementari, minimalisti e lontani dalla storia e dal senso di appartenenza che dovrebbe essere trasmesso ai tifosi.
Stiamo assistendo all'ennesima replica di questa situazione con il rebranding della Juventus, non solo per la popolarità del marchio, ma anche e soprattutto per il suo totale e coraggioso stravolgimento.
La verità è che si tratta della più importante operazione di rebranding nella storia del calcio.
Facendo questo, la Juventus si posiziona ancora una volta in testa al gruppo, là dove molti suoi competitors non si rendono nemmeno conto di essere in gara.
In questo panorama del calcio mondiale in costante evoluzione, i club devono lottare per distinguersi in maniera costante. Per la prima volta nella storia, i club sono chiamati a pensare a quale sia il loro ruolo, il loro significato in una scala di valori più grande
Inevitabilmente, ciò significa tirare una riga immaginaria.
Da una parte, l’appeal sul mercato locale, dall'altra l’attenzione a un mercato globale in costante espansione. I tradizionalisti sono in ansia, perchè ciò comporta uno spostamento della base di tifosi lontano dalla sede storica, ma dall'altra parte il calcio globalizzato è un’occasione enorme per svilupparsi e tenere viva la propria storia.
Un rebranding efficace deve puntare per prima cosa sull'essenzialità.
Nel caso specifico, la maglia a strisce bianche e nere rimanda immediatamente all'associazione con la Juventus.
La prima lettera di un nome, l’iniziale, ha in sé un tale potenziale comunicativo da poter rappresentare da sola il nome stesso.
La lettera “J” è stata scelta dalla Juventus per convogliare al suo interno la storia del club e tutti quei concetti visivi che vengono in mente in associazione alla Juventus.
In quanto designer, dobbiamo tenere in considerazione il panorama attuale, dove si rende necessario condensare un brand nel minor numero di tratti possibile:
troppo spesso siamo inondati di retorica di marketing, di immagini non necessarie che rendono faticosa l’esperienza visiva.
Ad esempio lo stemma precedente aveva troppi elementi in conflitto l’uno contro l'altro, superflui in gran parte.
Accedendo a Internet ci troviamo faccia a faccia con un apparato che intrappola milioni di simboli - da annunci a siti web e loghi - e li memorizza in un unico luogo ogni giorno.
Condensando il marchio Juve in un logo essenziale, la Juventus è assicurata per il futuro contro ogni possibile sovraccarico di significati.
Una parte importante del brand Juventus è nella flessibilità del logo e nel suo font. Il carattere tipografico rispecchia la logica progettuale del "J".
Sarà caratterizzato sicuramente come il font primario sulle prossime maglie, così come in tutte le campagne di marketing...
Un marchio deve lavorare su ogni mezzo, dalla stampa al digitale - dall'abbigliamento ai dispositivi mobili.
Un logo deve essere leggibile su ogni singola piattaforma.
La necessità per il messaggio di un marchio di essere auto-evidente diventa ancora più necessaria perchè i marchi possono ritrovarsi e occupare più spazi.
Non è una sorpresa che il comunicato stampa della Juventus di questa settimana abbia più volte sottolineato le parole "bianco e nero" e "più".
Il “più” qui si riferisce allo spazio che è ora a disposizione per un marchio globale come la Juventus, il cui messaggio visivo non è più confinato solo al calcio.
Le possibilità per il merchandising laterale sono infinite - in particolare il calcio ha cominciato a riversarsi su versanti non strettamente sportivi come la moda formale e lo streetwear.
Vedremo insomma molto più spesso il nuovo badge della Juventus su prodotti non calcistici.
Il rebrand Juventus è un coraggioso passo in avanti e ci offre uno sguardo verso ciò che una società di calcio veramente globale può diventare.
Registrando la sua storia in un logo si è ritagliata uno spazio per sé nel mondo del marketing, in cui "strisce bianche e nere" e la lettera "J" sono specifici per il brand Juventus.


La Juventus ha saldamente piantato una bandierina su un terreno ancora vergine. Hanno trasformato la decima lettera dell'alfabeto in un'icona visiva che spera di associare con il loro marchio come Google è associato con la "g" o la "M" di McDonald.
La storia rivelerà non solo quanto successo potrà avere questa iniziativa, ma anche quanto sono attardati gli altri club.
Link
Si tratta della più importante operazione di rebranding nella storia del calcio. Facendo questo, la Juventus si posiziona ancora una volta in testa al gruppo, là dove molti suoi competitors non si rendono nemmeno conto di essere in gara
hanno trasformato la decima lettera dell'alfabeto in un'icona visiva che spera di associare con il loro marchio come Google è associato con la "g" o la "M" di McDonald
registrando la sua storia in un logo si è ritagliata uno spazio per sé nel mondo
un marchio deve lavorare su ogni mezzo
le possibilità per il merchandising laterale sono infinite
la storia rivelerà non solo quanto successo potrà avere questa iniziativa, ma anche quanto sono attardati gli altri 
Al di là del mondo del calcio e del tifo:
Che cosa significa?”.
A livello simbolico sostanziale frattale espanso:
in termini di realtà oggettiva tutta attorno a dentro a te “qua, così”.
Questa è la ragione fondamentale alla forma del mondo, della “tua” realtà manifesta.
Questa è l’origine (la sede) della giustizia di parte, che costringe l’umanità a farsi la guerra tra impoveriti dentro…
Questa è, anche, la direzione ed il senso (target) che ti devi programmare di raggiungere e smascherare.
Questo è il tuo scopo, la tua missione “ora ‘qua, così’”:
qualcosa da film?
No.
Qualcosa che, al limite, in un film ritrovi ancora “oggi”.
Che cosa significa?” è:
dotarti di senso
attraverso l’Ego (“pilota”)
“lato tuo/umanità, centrale”
giust3 ad angolo giro
In Comunione.
Perché la “libertà” non può e non deve essere una… “condanna”.


“Fai…”.
  


Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 1987

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