lunedì 27 febbraio 2017

Il collegamento

 
Poiché tutto comunica, tutto è collegato.
(Omraam Mikhaël Aïvanhov)

“Certi occultisti e spiritualisti hanno letto da qualche parte che il pensiero è onnipotente, che è una forza ed allora, senza avere studiato a fondo in quale caso ciò sia vero e in quale caso non lo sia, si lanciano in esercizi di concentrazione per ottenere risultati sul piano fisico. Però, anche concentrandosi per anni, non ottengono nulla perché non hanno studiato a fondo il problema.

Il pensiero è onnipotente, è vero, ma bisogna anzitutto conoscerlo, sapere in quali zone e con quali materiali esso opera, come influenza altre zone e poi altre ancora, fino a scendere nella materia. Il pensiero è una forza, un’energia, ma è anche una materia sottilissima, invisibile, che opera in una zona molto lontana dalla materia fisica.

Prendiamo l’esempio delle antenne. Avete visto delle antenne da qualche parte, su un tetto o in cima ad una torre, e sapete che servono per captare delle onde, delle vibrazioni. Ma ricevono forse qualche cosa di materiale? Evidentemente no, non ricevono nulla o, piuttosto, ricevono qualcosa che però non è materiale. Infatti le onde non hanno nulla di materiale.

Quindi le antenne captano vibrazioni, onde, determinate lunghezze d’onda, poi le trasmettono ad apparecchi di ogni tipo che, a loro volta trasmettono questi movimenti ad altri apparecchi che determinano allora dei fenomeni fisici. Si tratta di un processo semplicissimo che vi permetterà di comprendere il meccanismo del pensiero.

Ora supponiamo che vi sia una palla in terra e io, con una mano o per mezzo di un oggetto, la colpisco, e colpendola le trasmetto un’energia, una forza. Non le ho trasmesso nulla di materiale, però la palla si mette a rotolare perché c’è stata una trasmissione di energia, di una forza che l’ha messa in movimento fino all’esaurimento di tale energia, oppure fino all’urto contro un ostacolo.

Questo esempio ci permette ora di comprendere. Il pensiero od i pensieri che noi formiamo non toccano ancora la materia densa, visibile; essi toccano e fanno vibrare solo quanto si avvicina maggiormente alla loro natura, cioè gli elementi più sottili che esistono in noi o negli altri. Il nostro pensiero si trasmette esattamente come l’energia motrice si trasmette alla palla.

Il pensiero, divenuto energia, vibrazione, forza, si trasmette a determinati centri che hanno la proprietà di captare, che hanno delle antenne, altrimenti essi resterebbero insensibili ed inerti, e queste antenne, situate nel cervello o anche più in alto, si mettono a vibrare e a trasmettere messaggi ad altri apparecchi.

In quel momento, in tutto il sistema nervoso, in tutto il corpo umano si producono delle registrazioni, delle comunicazioni, lo sviluppo di forze, di energie, di processi chimici. Naturalmente questo non è visibile ed è inutile aspettarsi di vedere dei risultati sul piano fisico.

Ma un cambiamento si è prodotto sul piano sottile; ed ora, se si continua fino a che tale comunicazione - che già esiste in alto, sul cervello- possa trasmettersi ad altre zone, ad altri apparecchi molto più grossolani, si riuscirà a ristabilire completamente tutto il sistema di contatti e di collegamenti. Infatti, spesso le trasmissioni dal piano mentale al piano fisico vengono interrotte ed allora bisogna ristabilirle.

La stessa cosa si verifica in un’officina dove tutto è collegato, c’è solo un tasto, un semplice tasto sul quale basta premere, e poiché quel tasto è collegato ad un intero impianto elettrico - che a sua volta è collegato ad una quantità di ruote, turbine, macchine - tutto si mette in funzione…

E se ora si riuscisse a realizzare un tale collegamento nell’essere umano, se tutte le comunicazioni venissero eseguite perfettamente, il pensiero potrebbe immediatamente produrre dei risultati tangibili sulla materia. Ma se tale collegamento non è fatto correttamente, il pensiero non può agire subito: vi sono dei buchi, delle zone morte, la corrente non può quindi passare, ed occorre molto tempo per ristabilire i collegamenti.

Esattamente come quando si verifica un’interruzione in un circuito: cinghie che sono saltate, oppure una ruota che non gira più perché si sono retti alcuni denti ed essa non trascina più le ruote successive, od ancora un piccolo filo che è stato tagliato.. ed il collegamento non si fa più. Ecco come tutto si spiega.

Il pensiero che l’uomo può formare o proiettare agisce già nella propria zona; esso mette in marcia apparecchi sottilissimi, ma sul piano fisico non si verifica quasi niente perché non è stato ancora stabilito il collegamento. Ma quando si stabilisce il collegamento dall’alto al basso, se le energie circolano correttamente, si possono ottenere dei risultati anche nella materia. In questo caso, effettivamente, il pensiero è potente, è magico, si manifesta in pienezza.

Però bisogna capire come ed in quali condizioni esso è potente; occorre conoscere il meccanismo ed i processi del pensiero. Il credere che - senza far passare tale pensiero attraverso i vari piani fino a quando si concretizza nella materia -  si possa agire direttamente sulla materia denota stupidità. Direttamente non è possibile. Quelli che immaginano di giungere ad agire sulla materia col pensiero, non hanno capito nulla.

Si tratta di due realtà così lontane che non possono venire a contatto direttamente. È quindi sempre necessario un intermediario, ed il pensiero è onnipotente solo alla condizione che lo si faccia passare attraverso gli intermediari i quali gli permettono di scendere fino alla materia… Non basta avere delle idee. Molti ne hanno ma vivono in modo tale che non si crea nessuna comunicazione fra queste idee, i loro sentimenti e le loro opere.

Occorre un legame, una comunicazione, un ponte; bisogna collegare i circuiti. Il pensiero non ha la proprietà di toccare la materia per trasformarla; è necessario mettere tra l’uno e l’altra un intermediario, cioè il sentimento. Attraverso il sentimento le idee si rivestono di carne ed ossa e giungono fino alla materia. Il sentimento è la leva capace di agire sulla materia.

Il pensiero, troppo lontano, troppo sottile, passa senza poter prendere contatto, né far vibrare alcunché. Esso non può agire che sulle nostre antenne, cioè sui nostri apparati più sottili lassù, nel campo dello spirito. Per raggiungere la materia, lo spirito deve passare attraverso l’anima, cioè attraverso il cuore ed i sentimenti. Certo il pensiero fa tutto, ma a condizione che vi siano dei mezzi per concretizzarlo.

Anche l’uomo è un esecutore, un mezzo, un braccio. Il braccio dell’uomo è quindi un simbolo dell’uomo stesso che rappresenta allora un altro braccio. Il braccio è una sintesi dell’uomo; l’uomo è un braccio per il pensiero e può accadere che il pensiero sia un braccio per altri pensieri, in zone man mano più elevate, fino alla Divinità che utilizza tutti i bracci, cioè tutte le creature.” 

(Omraam Mikhaël Aïvanhov)


fonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2017/01/il-collegamento.html

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