mercoledì 8 febbraio 2017

La rete del Grande Fratello George Soros va a pezzi

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L’attacco all’ordine esecutivo ‘divieto di viaggio’ di Donald Trump fa parte di una campagna di disinformazione al centro dei quali c’è la rete creata da George Soros. 

L’alleanza blasfema: Soros e principi e sceicchi della British Petroleum
La campagna di disinformazione sul cosiddetto divieto ai musulmani dell’amministrazione Trump è stata orchestrata negli Stati Uniti, Canada ed Europa occidentale dalla maggior parte dei media mainstream e degli organi d’informazione di pseudo-sinistra e pseudo-indipendenti, dalle principali piattaforme social media del mondo, nonché dai motori di ricerca. 

Ciò che l’amministrazione Trump ha fatto con l’emissione dell’ordine esecutivo per limitare i visti ai cittadini di Paesi specifici non è una misura razzista, ma invece una misura di sicurezza per impedire attacchi terroristici finanziati da una cabala globalista ancora molto attiva e guidata dal burattinaio George Soros, dai suoi innumerevoli soci in politica, finanza e media, così come dalla famiglia reale dell’Arabia Saudita. Questa incredibilmente potente rete globale, che alcuni chiamano governo-ombra del Nuovo Ordine Mondiale, si disfa completamente. Forse è giunto il momento di trascinare la gigantesca idra globalista sulla riva e guardarla morire, cotta dai raggi del sole.
 
Il fallimento dell’infoguerra globalista: il presidente Trump conquista cuori e menti dei Paesi musulmani
L’ordine esecutivo dell’amministrazione Trump apparentemente ha già dato i suoi frutti, non solo probabilmente sventando un attacco terroristico contro lo stadio che ospita il Super Bowl, il maggiore evento sportivo negli Stati Uniti. Alcuni giorni prima, Rashid Muhammad, un capo dello SIIL, fu arrestato al John F. Kennedy di New York. Speriamo che un interrogatorio approfondito dellFBI e forse altre agenzie, portino ai nomi dei suoi collaboratori all’estero, e soprattutto delle persone che hanno ordinato e finanziato possibili attentati. Nel complesso, è un buon lavoro della polizia vecchio stile, e non di qualche tendenza anti-musulmana dell’amministrazione Trump. I musulmani di tutto il mondo sono pienamente consapevoli che l’amministrazione Obama non è mai stata loro amica.

L’asse amorale: Soros, i governanti dell’Arabia Saudita e la rete sionista
La maggioranza del pubblico nei Paesi musulmani non si beve l’idea che il Presidente Donald Trump sia anti-islamico, e l’opinione pubblica degli Stati Uniti sta rapidamente recuperando terreno sulla stessa nozione. La maggior parte dei musulmani del mondo già conosce ciò che chiamai un paio di anni fa alleanza saudita-sionista. L’Islam è una religione di pace a meno che, ovviamente, non segua i precetti wahabiti o salafiti della sharia. Queste due forme di fondamentalismo islamico sono state generosamente sponsorizzate da Arabia Saudita e Qatar, e diffuse nel mondo, anche nei Paesi laici dell’Europa occidentale. Ciò è avvenuto con la costruzione di grandi moschee e l’assunzione di imam per predicare, indottrinare e spesso arruolare cittadini europei di origine nordafricana, turca o pakistana. 

Giovani con scarse prospettive di lavoro in Francia, Regno Unito, Belgio, Germania, Bosnia, Kosovo e altrove sono stati i primi obiettivi dei jihadisti. Pochi di loro sono in realtà motivati a combattere la cosiddetta guerra santa in nome di Allah. Ciò che sono invece è una forza mercenaria: una legione straniera agguerrita e ben addestrata che diffonde caos a vantaggio dei principi e sceicchi sauditi e qatarioti. Ciò con il sostegno e la partecipazione attiva di tutte le amministrazioni degli Stati Uniti dal 1980, o ciò che chiamo i 36 anni dell’era criminale Bush-Clinton, ovviamente compreso il clintoniano straordinario, l’ex-presidente Barack Hussein Obama.

Il premio Nobel per la Pace Obama ha ordinato il lancio di 26172 bombe nel 2016
Mentre la pseudo-sinistra occidentale, che opera principalmente da propagandista dell’agenda globalista, dipinge il Presidente Trump come un razzista anti-musulmano che aspira ad essere Adolf Hitler, cosa assolutamente insensata, dato che i fatti raccontano una storia diversa; in un articolo pubblicato dal Consiglio on Foreign Relations, Micah Zenko espone i bombardamenti dell’amministrazione Obama in sette Paesi musulmani, nel 2016. 

In totale, le forze armate statunitensi hanno sganciato 26172 bombe in sette Paesi. La lista va menzionata al completo: in Siria sono state sganciate 12192 bombe; in Iraq 12095; in Afghanistan 1337; in Libia 496; in Yemen 35; in Somalia 14 e in Pakistan 3. Queste sono le bombe utilizzate dai militari degli Stati Uniti con vari vettori, tra cui i droni, l’arma preferita del premio Nobel per la Pace. Non credo che gli afflitti liberali possano ancora chiamare il loro beniamino Obama amico dei musulmani e della pace, e offendere Trump.

Soros: il ragno a capo della ragnatela orwelliana
George Soros, attraverso la sua Open Society Foundation, una rete di oltre 100 uffici in numerosi Paesi, tra cui l’Afghanistan, ha le mani nelle pseudo-spontanee proteste anti-Trump, non solo negli Stati Uniti ma nel mondo. Soros ha operato per decenni come un gigantesco ragno fissato dall’aspirazione tossica ad essere il Messia. Il suo portfolio include le attività politiche in molti Paesi e in organizzazioni globaliste come Nazioni Unite, Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale. 

L’ex-presidente francese Nicolas Sarkozy è stato un importante agente di Soros; lo stesso il presidente Francois Hollande, nonché la direttrice generale del FMI Christine Lagarde. L’attuale primo ministro del Canada, Justin Trudeau, ha abbracciato, a nome di Soros, le proteste anti-Trump e pseudo pro-musulmane. La rete globalista di Soros e soci è ancora viva, ma è in via di demolizione dopo la sconfitta di una delle pedine di Soros nelle elezioni degli Stati Uniti. Naturalmente, chi aspirava a diventare l’imperatrice della ragnatela del Grande Fratello orwelliano di Soros è l’unica e sola Hillary Clinton.

Le attività di Soros e la pseudo-sinistra
Il problema di Soros, per soci e relativi media e ONG, è che si sta svenando, e il suo impero globale crolla come un castello di sabbia. Democracy now! di Amy Goodman è stato a lungo un media di Soros, lo stesso i suoi abituali ospiti di pseudo-sinistra, come Noam Chomsky, Chris Hedges, Naomi Klein, Glenn Greenwald, Jeremy Scahill e Cornel West. Democracy Now! non è certo il solo. La lista dei media e delle ONG di Soros è così lunga che è difficile completarla. 

Degni di menzione, ma senza alcun particolare ordine d’importanza, sono NPR News, BBC News, The Guardian, Le Monde e Huffington Post. Quelli con una patina d’indipendenza di sinistra sono più difficili da individuare con certezza: esempi sono Alternet, CEPR e Truthout. Iniziarono abbastanza bene, ma cambiarono linea editoriale quando Soros li finanziò con le sue fondazioni o ne assunse alcuni. Soros ha anche investito molto nei gruppi per i diritti umani come American Civil Liberties Union, Amnesty International e Human Rights Watch. Petizioni per processare il Presidente Trump circolano nel mondo grazie a Change.org: un’altra organizzazione controllata da Soros. Change.org, insieme a Cause.com, Answer coalition e MoveOn.org, coordina le false proteste delle donne e contro il presunto divieto islamico. 

Answer coalition è così scollegata dalla realtà che appaio sulla sua mailing list! Come la maggior parte delle petizioni, quelle delle organizzazioni finanziate da Soros sono operazioni di phishing, il cui scopo principale è raccogliere nomi e indirizzi. Per gente come Soros e i suoi amici sauditi, che hanno finanziato le rivoluzioni fasulle in Libia, Siria e Ucraina, e ideato lo SIIL, è abbastanza banale progettare marce delle donne nel mondo, assumere gli ex-membri di gang per innervare Black Live Matter, e accordarsi con alcuni azionisti chiave della società di social media e dei motori di ricerca per fare del “divieto ai musulmani” un argomento di tendenza. E’ un peccato, ma come si dice, nell’impero del minimo comune denominatore secondo la direttiva del Ministero della Verità, il denaro parla ed ha il megafono. Senza, George Soros e i suoi soci non controllerebbero l’informazione occidentale, come fanno quasi ogni giorno da decenni.

Il momento della giustizia e il colpo di grazia all’idra globalista
Riguardo i capi del sindacato Bush-Clinton: a giudicare dal linguaggio del corpo, al giuramento del Presidente Trump, sembra che siano pienamente consapevoli che avevano la mano perdente. Sembravano essere a un funerale, e forse la loro unica ragione per esserci era che non potevano rifiutarsi. In una particolare foto dell’ex-segretaria di Stato Hillary Clinton e dell’ex-presidente Barack Obama, seduto di fronte a lei, le espressioni facciali sono tristi, ma ciò che ho notato fu la posizione insolita dei loro agenti di sicurezza dei servizi segreti. 

Tipicamente, gli agenti guardano dietro, di fronte e ai lati di coloro che proteggono, e non direttamente loro. Sarebbe una sorta di arresti domiciliari? A mio parere, la possibilità di un colpo di Stato, morbido o violento, contro l’amministrazione Trump è ridicola. Purtroppo per i fantocci di George Soros, il popolo statunitense, cioè la maggioranza che ha eletto Trump e lo sostiene, bada più ai diritti del Secondo Emendamento che al prossimo cappuccino.

Gilbert Mercier, News Junkie Post, 05/02/2017

Donald Trump Is Sworn In As 45th President Of The United States 

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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