mercoledì 15 marzo 2017

L’assurdo Reset.

Una figura stilizzata - su una parete, lavorata dall'erosione di molte migliaia di anni – che sembra acclamare, riverire, prostrarsi, pregare… qualcosa che è “nell'alto dei cieli”, probabilmente, è in una simile “posizione” poiché teme per ciò che vede
"Abraracourcix... come tutti i Galli del fumetto è estremamente coraggioso e non ha paura che di una cosa:
che il cielo gli cada sulla testa...".
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La figura stilizzata, teme per sé.
Ed è ritratta in quella maniera, dato che “si difende” da qualcosa, che le risulta come “una invasione del proprio spazio esistenziale”. 
Il portare le braccia in alto, non è sempre un pregare

Anche la sola “luce”, diventa una fonte dalla quale proteggersi, istintivamente, il volto.
Così, attraverso la via interpretativa “religiosa”, si confonde una testimonianza di ciò che “è già successo (tutto è compiuto)”, per ciò che – all’opposto – inizia a diventare la prima forma di “censura” della storia deviata “qua, così”.
Quando, l’elevare le braccia al cielo, corrisponde ad un difendersi e quando, invece, è un atto di devota preghiera?
Partendo da una forma stilizzata ed approssimativa, è difficile a dirsi. 
Tuttavia, facendo opera di retroingegneria e partendo dal “presente”, è possibile anche ritornare indietro nel tempo, riportandolo/ritraendolo in una relazione logico/deduttiva (frattale espansa), attraverso quel filo di “continuatività” che è il destino, allorquando lo riesci a cogliere come quella linea pre tracciata dalla/nella direzione che già, sin da ora, stai percorrendo (anche senza rendertene conto, non visto che… il processo avviene al di fuori della tua giurisdizione, dimenticat3 nel tempo e “qua, così ‘appes3 al chiodo, in attesa di tempi migliori’”).





  
Oggi”, ad esempio, che fine ha fatto quel “Dio”, che quelle forme stilizzate stavano 1) pregando… oppure, 2) allontanando da sé? 
Dov'è?
È sempre “nell'alto dei cieli”?
Sì, se tendi a crederlo. No, se osservi la realtà manifesta, nella quale sopravvivi convenzionalmente “qua, così”. 
Quel Dio - ti puoi accorgere a livello di simbolismo sostanziale frattale espanso - è passato da una strategia del raccogliere “consenso”, manifestandosi pubblicamente (e, così, suscitando le reazioni d’ogni tipo, per parte della Massa, che lo poteva pregare oppure combattere), ad una strategia più sottiledella “compresenza immanifesta – sempre – dominante”.
Una maniera molto “intelligente”, per mettere a fuoco la situazione “dall'alto della propria situazione di sostanziale vantaggio, sotto ad ogni prospettiva, che poteva – e può – godere sulla Massa intera…


  
Infatti, al giorno d’oggi (così come da sempre, dopo al momento di “è già successo”), Dio è una sorta di “incognita”. Di mistero, nel quale devi credere e, per certi versi, a cui devi rassegnarti “qua, così”, senza alternativa sostanziale come sei. 
Il simbolo divino è un vuoto di potere:
il tuo.
Ciò che hai dimenticato. Uno scollamento, una depressione, un vortice che drena e che, poi, riempie d’altra "sostanza":
una forma di Dio (venerat3 globalmente, anche se viene “riconosciut3” secondo appellativi e vicende, apparentemente, divers3)
simbolica
della forma dominante, planetaria, “qua, così”
la compresenza immanifesta che “vive e regna nei secoli dei secoli”…
Ciò che riassumi attraverso una “postura (non solo fisica, ma piuttosto nell'atteggiamento in toto)”, adatta a conseguire, sempre, con la sola speranza di poter – un bel giorno – giungere "al suo cospetto", mentre continuerà a “giudicarti”
Mentre ti prostri e servi.
Mentre adori e lasci tutt3 te stess3, indietro… al di là persino della portata infinita, dell’immaginazione. Mentre “avrai un solo Signore, Dio tuoperché 'tuo' è il regno, la potenza e la gloria…”.
La visione religiosa e spirituale è un abito perfetto, “qua, così”, in grado di ritagliarsi tutto attorno e dentro a te, correggendo la forma prospettica, attraverso la quale inquadri la situazione reale manifesta, nella quale ti sei manifestat3 e, non certamente, “nat3”.
La tua vicenda è qualcosa di molto più datat3, rispetto al singolo e più semplice… nascere.
Dio “risplende nell'alto dei cieli”?
No. Quella simbologia indica che “la forza, compresente con te” vigila sempre sulla situazione.
Ossia, ritrae una situazione perfettamente sotto controllo e “condizionata” dalla forma dominante, che se 1) ti ha creato a “sua immagine e somiglianza”, allora, 2) è identic3 a te, nella sostanza.
Alias:
è una parte dell’umanità, in carne ed ossa “qua, così”

  
Questo non deve deluderti
Questo deve, altresì, aumentare la tua convinzione – dunque – di poter (e dover) smettere di accettare supinamente una situazione simile:
il tuo consumarti
mentre consumi
alimentando continuamente
la ragione fondamentale
per la quale
continui sempre a vorticare
perseguendo (scivolando) lungo quella direzione che scambi per il tuo destino.
Se (se) ce l’hai fatta ad arrivare sino a qua (senza vomitare e senza cedere alla tentazione di chiudere tutto), allora (allora) significa che qualcosa ha toccato, in profondità, le tue “corde” (fosse anche solo per semplice “curiosità”, dato che ti piace tanto la… fantascienza)…
Bene.
Allora, riparti da quel “punto (momento)”.
Espandilo.
E, poi, utilizzalo come dima, per il resto dei minuti che compongono la “tua” giornata e, coerentemente, vai Oltre Orizzonte… per tutti i minuti che compongono tutte le “tue” giornate, sino a raggiungere quel “punto di non ritorno 'qua così'”, nel quale riuscirai a vincere l’interferenza ambientale AntiSistemica, by dominante.
"Nel mondo, ma non del mondo...".
Dopo di ché… risulterai stabilizzat3 su coordinate dell’esistere e del vivere, in sintonia, che esulano, attraversano e superano ogni “colonna d’Ercole” compresente e sulla “tua” strada.
Qualcosa che è in grado di terra riformare tutt3.
I tuoi simili sono sempre (sempre) emanati da un campo di auto convinzione:
qualcosa che, nella piena – propria – sovranità
ammette anche il rovescio della medaglia
ossia
la giurisdizione altrui (nella piena – “propria” – libertà).
E questa auto convinzione, tu sei sempre (sempre) in grado di resettarla, non appena ritorni ad essere la grande concentrazione di massa, giurisdizionale:
“lato tuo umanità, centrale”
con la giustizia ad angolo giro
In Comunione… (la “formula”).
Se (se) riesci a convincere i tuoi simili, allora i tuoi simili inizieranno a ricordare. 
All'inizio ti sembrerà di essere come una goccia d’acqua nell'oceano. Ma, la questione è “virale” e non devi “fare” tutto direttamente tu.
Tu che ti sei accort3 della situazione.
Tu che non sei Dio, ma sei una singolarità che per qualche motivo, risulta come “immune al virus dominante 'Dio'”.
In ogni tempo “è sempre successo”. E per ogni malattia (anche quella più letale).
Qualche uman3 riusciva a guarire e/o a non ammalarsi nemmeno. Che cosa significa?
A livello di simbolismo sostanziale frattale espanso, che:
l’umanità è sempre in una condizione di potenziale “reset”
qualunque sia la condizione dominante temporale
qualunque sia la strategia portante
e
qualunque sia il rilievo apparente e, dunque, la direzione (destino) che ha già percorso (e sta ancora percorrendo).

  
Cosapuò azionare questo reset (alla condizione pre momento di “è già successo”)?
Innanzitutto, il fatto che è sempre esistente a livello di potenziale:
e la non manifestazione dominante
è strategica sino al punto che ti toglie l’elemento “necessità di reset”
poiché non ti sembra nemmeno immaginabile la condizione dominata, nella quale “sei ‘qua così’”.

  
Il “reset” corrisponde al ricordare, in questa fase, cosa “è già successo”.
Quindi, la coscienza di te… ti permetterà di fermarti, per fermare tutt3.
Non la “fine del mondo”, ma “la fine del ‘qua così’”… con la compresenza dominante costretta a manifestarsi, poiché… ormai, solo che visibile, dato che le sue “tracce (frattali espanse)” inizieranno a “parlare di sé” e tu, finalmente, tornerai a dare peso ad una simile fonte di verità indubitabile.
La dominante, a Filtro di Semplificazione attivo, è umana… nella parte del Dominio (che è sempre umano):
assumila (passivando il Filtro) come il principio virale della malattia
o come
la tentazione di
Ma non (no) come una entità “altra”, rispetto all'umanità stessa.
Questo blocca il processo di “reset” e rende complesso ciò che non lo è, affatto.
Il “qua, così” è una storia di esseri umani, come te. 
Non c’è spazio alcuno per tutto ciò che s’alimenta dalla visione altra, by compresenza immanifesta dominante.
Tutto quello che sei propens3 a ritenere come “metafisico”, ritrova ogni ragione di appartenenza, allorquando espandi il potenziale umano alla sua massima applicazione.
Ok?
Idee chiare. Senza dubbi. Nitidezza visiva. Semplicità direzionale…
Altro che “ignoranza, derivante dal grado culturale ‘qua così”.
L’ignorare ciò che “già” sei, anche “qua, così”… corrisponde all'avere dimenticato e non al non sapere (scolastico/universitario)”.
La deviazione è insita in ogni situazione governata, in leva wireless (non locale, globale), attraverso la delegazione del potere dominante, a quello sottodominante (che crede di “tirare la volata” solo ed esclusivamente per se stess3).
Vai Oltre Orizzonte, allora: 
chi/cosa te lo impedisce?

  
La reductio ad absurdum, tanto amata da Euclide, è una delle più belle armi di un matematico. È un gambetto molto più raffinato di qualsiasi gambetto degli scacchi:
un giocatore di scacchi può offrire in sacrificio un pedone o anche qualche altro pezzo, ma il matematico offre la partita”.
Godfrey Harold Hardy 
“Fai…”.
    
 
 
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2000
 

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