La montatura dell’ “hacking Russo” non ha niente a che vedere con la
Russia né con l’hacking.
L’intera storia è una invenzione del comitato
elettorale dei democratici, escogitata per mitigare la disfatta politica
ricevuta a causa delle quasi 50,000 emails che WikiLeaks aveva pensato
di pubblicare il 22 Luglio 2016, a tre giorni dalla convention nazionale
dei democratici. Questo è il senso dell’intera storia. La Russia non ha
escogitato nessun hacking, è tutto un gran depistaggio inventato in
fretta e furia per evitare che l’intero carrozzone di Hillary andasse
del tutto in cenere.
Proviamo a metterci nei panni di Hillary per
un minuto. Sapeva che stavano arrivando problemi e sarebbero stati
problemi grossi (Secondo una associazione di veterani dei servizi
segreti, il contractor del comitato democratico Crowdstrike ha sostenuto
di aver trovato prove di malware Russo sui servers del DNC (Democratic
national committee) appena tre giorni prima che WikiLeaks annunciasse
che di essere in procinto di pubblicare “emails relative a Hillary
Clinton.”Non può essere una coincidenza. Il piano per scaricare le
colpe sulla Russia era già stato costruito.)
Hillary sapeva che le
emails avrebbero rivelato gli sforzi da parte del DNC per truccare le
primarie e affondare la campagna di Bernie Sanders, e sapeva che i
media avrebbero diffuso e commentato le emails private, che sarebbero
rimaste nei titoli di testa e in apertura nei telegiornali per settimane
intere. Sapevano che sarebbe stata la fine.
E come avrebbero
reagito i suoi sostenitori scoprendo che i leader del loro partito e il
proprio condidato presidenziale erano attivamente coinvolti nel
sabotaggio di un processo democratico e nella sovversione delle
primarie? Difficile che il votante medio di Poughkeepsie lo avrebbe
accettato.
Avrebbe visto le sue statistiche di popolarità in caduta
libera, precipitando nei sondaggi e perdendo senza dubbio. Hanno dovuto
fare qualcosa in fretta perchè era seriamente nei guai.
Allora ha
reagito esattamente come ci si aspetterebbe che una Hillary reagisca,
andando nel panico.
Piú precisamente sono andati tutti nel panico,
incluso Podesta e il resto del DNC. Una volta capito che la loro
scommessa presidenziale poteva finire in fumo, hanno deciso di agire
preventivamente e spararne una grossa.
Ed eccome come la Russia
entra nella storia. Il DNC (con l’aiuto degli alleati della CIA) ha
deciso di montare una storia talmente fantasiosa da potere sembrare
vera, o quantomeno era ciò che 17 agenzie di intelligence hanno
sostenuto. Come anche i media dell’elite all’unisono, inclusi New York
Times, Washington Post e CNN. Non possono sbagliare tutti, giusto?
Certo, hanno tutti mentito sulle armi di distruzione di massa di Saddam,
sugli immaginari programmi nucleari dell’Iran, sulle fantomatiche
aggressioni con armi chimiche di Assad, ma siamo tutti umani e facciamo
errori, no? E poi non so se sapete quanto sta diventando cattivo Putin,
quanto ci ricorda Adolf Hitler?
In ogni caso, si sono accordati
per la Russia dal momento che era già ritenuta un bersaglio in quanto
colpevole di ostacolare i piani imperialistici in Ucraina e Siria, così
che i media erano già in modalità completa demonizzazione da un pezzo.
Tutto ció che la DNC ha dovuto fare é stato strillare “La Russia si é
intromessa” e tutto sarebbe partito da solo.
Possiamo ritenere
questa ricostruzione credibile? Un ex analista della CIA, Ray McGovern,
la pensa così, ed ha fornito una ricostruzione molto simile circa un
mese fa in una intervista su YouTube.
Citiamo:
Ray McGovern– “Cosa ha fatto Hillary? … Hillary ha riunito il suo consiglio di guerra e qualcuno tra i presenti ha detto: “So cosa possiamo fare. Scarichiamo la colpa sui Russi”
E qualcuno ha obiettato: “Ma che c’entrano i Russi, e’ stata WikiLeaks.”
(Il tizio numero 1 dice)”Va bene, lo hanno fatto insieme. Li odiamo allo stesso modo, con la scusa accusiamo WikiLeaks di lavorare con i Russi”
(Ray McGovern) E’ successo due giorni prima della convention.
E qualcuno obietta, “E quale sarebbe lo scopo?”
(Il tizio numero 2 dice) “Suvvia, é chiaro che i Russi sperano che Trump vinca”
(Numero 1) “E come la mettiamo con i media?”
(Number 2) “I media vogliono che Hillary vinca, quindi se ci assicuriano la loro partecipazione, tutto funzionerà”
(Ray McGovern) “E infatti se guardate i media dopo il leak di WikiLeaks, due giorni prima della convention, i media non parlano di ‘Hillary ha rubato le primarie’ ma di ‘Come hanno fatto i Russi?”’
(Ray McGovern: “L’assalto del deep stare al governo eletto deve finire”)
Ha
ragione o no? Hillary &Co. hanno impiantato l’intera montatura senza
difficoltà. I media si sono focalizzati sulla “interferenza Russa”, e
la calcolatrice Ms. Clinton se l’é cavata con appena un graffio.
Incredibile!
Ma il piano ‘Blame Russia’ aveva un difetto. Non
esistono vere prove di un coinvolgimento Russo. E oggi, dopo 10 mesi di
varie investigazioni sul fantomatico hacking Russo, non esistono ancora
prove.
Come può essere?
Intanto, l’FBI non ha mai avuto accesso ai computer della DNC.
Ribadisco:
nella investigazione politica più esplosiva degli ultimi decenni, una
investigazione con chiare conseguenze per la sicurezza nazionale– su un
presunto cyber-spionaggio da parte di una potenza straniera ostile,
supposta collusione di alti ufficiali nell’attuale amministrazione,
ipotizzato tradimento o collusione da parte del capo dell’esecutivo, possibile impeachment del Presidente in carica, l’FBI non ha sequestrato
e esaminato i servers che potrebbero o non potrebbero fornire evidenza
schiacciante di intrusione cibernetica da parte della Russia.
Sembra
forse plausibile che l’FBI si beva analisi di qualche dubbia
organizzazione di cui nessuno ha sentito parlare prima (Crowdstrike)
piuttosto che usare tutti gli efficaci mezzi che ha a disposizione per
poter stabilire se qualche hacking abbia avuto luogo o meno. Non sarebbe
questo il loro lavoro?
Chiaro che lo é. Il morivo per il quale
l’FBI non ha mai insistito per esaminare i server DNC é che sanno
benissimo che la storia é ed é sempre stata una fandonia. Altrimenti
avrebbero sfondato le porte della DNC, sequestrati i computers con la
forza, arrestato chiunque avesse provato a impedirlo.
Questi computers
sono il testimone numero uno nel processo del secolo. Dovrebbero essere
sotto chiave all’FBI, non a prendere polvere alla sede della DNC. Il
fatto che i server non siano stati sequestrati e esaminati dimostra
quanto l’intera storia della Russia sia solo fuffa.
Se una agenzia
governativa dell’entità della FBI fallisce così clamorosamente nei suoi
compiti non si puó che conludere che ci siano altri fattori,
particolarmente politici. Non c’é altra spiegazione se non concludere che
il comportamento dell’FBI segua un copione politico che coincide con
l’agenda e le ambizioni della DNC e altri attori di potere dietro le
quinte. Il giornalista investigativo Gareth Porter ha riassunto
brillantemente il tutto in un brillante articolo intitolato “Foisting
Blame for Cyber-Hacking on Russia”:
“…la storia della supposizione da parte del governo Usa che i servizu Russi abbiano hackerato i database elettorali si rivela un chiaro caso con motivazioni puramente politiche da parte della DHS e l’intera comunitá di intelligence. Non solo la supposizione si basa su nient’altro che indicatori tecnici inconcludenti ma non é mai stato fornito un motivo credibile che spieghi perché i Russi potevano essere interessati nelle informazioni sui votanti registrati” (“Foisting Blame for Cyber-Hacking on Russia“, antiwar.com)
Giusto, Porter. I fatti non hanno importanza nel caso
dell’ipotetico hacking Russo. Non hanno mai contato. L’intero approccio
si é basato su tempestare il pubblico con la ripetizione di accuse
infondate, mentre i cani rabbiosi dei media mainstream fanno finta che
l’ “interferenza Russia” sia fatto scientifico dimostrato e che solo
“fantocci di Putin” potrebbero mai dubitare la veridicità delle folli
affermazioni mediatiche. Chiara la situazione?
Ma fatti e prove
contano eccome. E qui siamo fortunati perché il gruppo di McGovern, i
Veteran Intelligence Professionals for Sanity (VIPS), hanno rilasciato
una inchiesta la settimana scorsa che fornisce le prime vere prove del
fatto che la Russia con ogni probabilità non ha hackerato i server DNC.
E’stato un insider DNC a rivelarlo. Ecco un estratto dall’articolo del
VIPS intitolato “Was the “Russian Hack” an Inside Job?”
“Cyber-investigatori indipendenti hanno trovato prove verificabili dai metadati trovati nel
materiale relativo al presunto Russian hack. Hanno trovato che il
presunto hacking non é stato hacking, ma é originato da una copia fatta
da un membro interno. I dati sono poi stati diffusi ad arte con
alterazioni per potere implicare Russia….
Fondamentale la conclusione da parte degli investigatori legali indipendenti che i dati
DNC sono stati copiati su supporto di memoria esterna a una velocità
ben maggiore a quella possibile per un hacking in remoto. Ugualmente di
rilievo é il fatto che si é dimostrato che l’intera operazione é stata
fatta nella east coast Statunitense” (“Was the “Russian Hack” an Inside
Job?“, CounterPunch)
In pratica non c’é stato nessun hacking.
Qualcuno che lavorava presso la DNC (un impiegato arrabbiato?) con
accesso ai computers, che lavorava nella East Coast– si é copiato i dati
in una memoria esterna e li ha mandati a WikiLeaks. Si chiama “leak”
non “hack”. Non c’é stato hacking.
Nessun coinvolgimento Russo. La
narrativa ufficiale é una menzogna. Fine della storia.
Naturalmente
i media mainstream hanno ignorato completamente l’inchiesta VIPS, come
d’altronde aveva in passato ignorato il brillante articolo di Hersh che
provava che Assad non ha lanciato nessun attacco chimico in Siria.
Queste informazioni sono state semplicemente lasciate fuori dal discorso
mediatico, dal momento che non si accordano con la politica “Assad deve
essere eliminato” di Washington. Allo stesso modo le prove verificabili
di McGovern che dimostrano che non sia avvenuto nessun hacking Russo ai
server DNC saranno consegnate all’oblio come qualsiasi altro fattoide
inconveniente che stona con la linea di politica estera di Washington.
Il
fatto che l’FBI non abbia neppure sequestrato i computer alla DNC é
solo una delle molte palesi omissioni in questa investigazione-farsa, ma
ve ne sono altre. Ad esempio: sapevate che esistono due testimoni
oculari del caso che non sono mai stati interrogati? Esatto, ben due
persone sostengono di sapere chi é stato a passare le emails rubate a
wikileaks, Julian Assange e Craig Murray.
Murray, che é stato
ambasciatore in Uzbekistan e attivista dei diritti umani, sostiene di
avere incontrato la persona che ha estratto i dati dalla DNC in una area
boschiva di Washington DC l’anno scorso. In poche parole il solo Murray
puó sistemare la faccenda una volta per tutte e mettere fine a un anno
di caccia alle streghe che ha consumato i media e Capitol hill, ha
distolto il Congresso dai suoi compiti, accresciuto il rischio di una
conflagrazione armata contro la potenza nucleare Russa.
Ma il
problema é proprio che l’FBI non ha mai interrogato Murray né provato a
farlo. Come non esistesse. In altre parole esiste un testimone credibile
che può identificare con certezza la persona che ha diffuso le email a
Wikileaks scatenando una tempesta politica che ha scosso la capitale e
il paese intero per un anno, e l’FBI non gli fa neanche due domande?
Qualcuno mi spiegasse che senso ha.
Per
questa ragioni resto convinto che la storia dell’hacking Russo e’ pura
invenzione. Neanche una misera parvenza di verosimiglianza.
Mike Whitney
Fonte: www.informationclearinghouse.info
Link: http://www.informationclearinghouse.info/47556.htm
https://comedonchisciotte.org/hillary-si-einventata-la-russia-come-capro-espiatorio-per-salvarsi-la-campagna-elettorale/
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